Saper ascoltare gli altri, nell’ultimo decennio, è diventata un’impresa quasi impossibile. L’arte dell’ascolto è sempre stata complessa, ma tra la fine degli anni 90′ e questi primi decenni degli anni 2000, saper ascoltare è ancora più difficile.
Viviamo in un periodo storico molto affascinante e pieno di strane contraddizioni.
Una tra le tante, è che siamo sempre connessi al mondo attraverso gli smartphone e i social media. Eppure, sperimentiamo diffusamente un sempre maggiore senso di solitudine e di “incomunicabilità”.
Solitudine e ascolto
Attraverso i social, tutti possono dire la loro in maniera molto semplice ed immediata. Su ogni cosa, argomento, dibattito è davvero facilissimo “far sentire la propria voce”. Ma ascoltare gli altri sembra sia diventato secondario rispetto al “farci sentire” dagli altri.
Come si concilia tutto questo con il senso diffuso di solitudine che molti studi sociologici e psicologici evidenziano?
Ovviamente esistono molte cause di diversa natura (sociali, tecnologiche, economiche e culturali).
Io vorrei focalizzarmi su un aspetto che definirei molto “umano”, nel senso che parte da una delle esigenze principali dell’essere umano: il bisogno essere ascoltati!
Si! essere ascoltati.
Saper ascoltare gli altri ed essere ascoltati
In un epoca in cui tutti si occupano di “dire” (o urlare) qualcosa, sta scomparendo chi ha piacere e voglia di ascoltare le persone. Ma forse sta sparendo anche la stessa capacità di farlo. L’ascolto, esattamente come il comunicare, è espressione di una capacità che può essere appresa ed allenata.
L’atto di ascoltare una persona non è un azione on/off (ascolto o non ascolto).
Ha invece varie sfumature e diversi livelli in cui si agiscono e realizzano azioni e risultati molto diversi.
I Cinque livelli dell’ascolto
Saper ascoltare gli altri passa da cinque livelli di ascolto. Ognuno di questi gioca un ruolo importante nella comunicazione. Mi piacerebbe farvi conoscere ad uno ad uno questi cinque passaggi chiave per imparare veramente ad ascoltare la persone.
Si passa dai primi livello dove l’ascolto è vicino allo zero, fino all’ultimo dove lo stato di attenzione verso l’altro, ma anche verso te stesso è piena e soddisfacente.
In questo modo possiamo capire come essere veramente parte attiva e passiva di una conversazione “reale”.
Saper ascoltare gli altri, primo livello: L’Interruzione
Chi ascolta interrompe continuamente colui che parla. Ossia la sua attenzione non è rivolta a ciò che sta dicendo l’interlocutore, poiché è convinto già di sapere tutto del discorso che gli viene fatto.
La sua attenzione è invece rivolta da un lato al discorso che ha al suo interno e che non vede l’ora di poter esprimere. Dall’altro ad ogni pausa di chi parla per potersi inserire ed interrompere.
Ovviamente in questo primo livello non si può parlare di ascolto e questo genera un forte senso di disagio. In quanto si ha la forte sensazione che la persona sta solo aspettando che finiate di parlare per poter dire la sua (capita spesso vero?).
Secondo Livello: Il Dirottamento
Vediamo il secondo livello di comunicazione per fare un piccolo passo in più e che alla fine del percorso ci renderà veramente consapevoli di come saper ascoltare gli altri.
In questo livello l’ascoltatore prende un frammento del discorso di chi parla (il che significa che almeno in parte lo ha ascoltato). Questo per deviare il discorso su qualcosa che non c’entra con ciò che la persona stava dicendo. Ma che invece riguarda se stesso.
Si tratta probabilmente della forma maggiormente diffusa nelle normali interazioni quotidiane. Non vi è vero ascolto e la sensazione è che, chi opera questa modalità, abbia voglia sempre di parlare di se stesso o di qualcosa che lo riguarda. Mentre dell’altra persona non gli importa molto.
Questo, ovviamente alla lunga, genera chiusura e abbassa il desiderio di parlare e condividere. Il che è grave, sia se ci riferiamo all’ambito lavorativo, sia a quello affettivo o familiare.
Terzo Livello: Il Consiglio
Rispetto ai precedenti due livelli qui abbiamo decisamente una forma di ascolto superiore. Si tratta dell’amico o dell’amica che dà il consiglio su come superare un problema o su un tema che ci sta a cuore o simili.
L’inconveniente di questa “dinamica” sta nel fatto che, da un lato non è detto che chi parla necessiti di un consiglio. D’altra parte nella maggior parte dei casi questo viene dato sulla base dei vissuti, delle credenze e delle convinzioni di chi lo elargisce.
Mentre la cosa più efficace è quella di aiutare chi parla ad esplorare il tema che porta o il “problema”, al fine che possa giungere lui ad una sua “soluzione”
Quarto Livello quattro: L’Ascolto Attento
Saper ascoltare le persone si basa su livelli di comunicazioni che non sono per niente superficiali. In questo quarto livello cominciamo ad entrare davvero in una dinamica di ascolto più vero e profondo.
L’ascoltatore rimane tendenzialmente in silenzio e concentrato su chi sta parlando. Le uniche e rare domande che si concede di fare, hanno l’intento di cogliere meglio l’oggetto del discorso di chi parla.
Chi ascolta è aperto a ciò che la persona dice senza giudizi o interferenze che possano distrarlo. In questo livello la persona comincia ad avere la sensazione dell’interesse del suo uditore.
Tutto ciò aiuta la persona ad esplorare il tema e a trovare soluzioni autonome. Qui stiamo veramente entrando nell’essenza del saper ascoltare gli altri.
Quinto Livello: L’ascolto Attivo
Ed eccoci giunti all’ultimo livello di comunicazione.
Si tratta della forma più alta di ascolto. Ha molte cose in comune con il livello precedente di ascolto attento.
La differenza fondamentale è che, chi ascolta, non solo è estremamente concentrato ed attento a ciò che viene detto, ma si preoccupa anche di far cogliere attivamente all’altro che sta ascoltando.
Chi si occupa di relazioni o di ipnosi olistica come noi conosce bene molte tecniche di ascolto attivo. Come ad esempio quella del Ricalco, nella quale, ogni tanto, si ripete alcune parole del discorso della persona. Fino a tecniche più complesse che esploreremo nei prossimi appuntamenti.
Un buon ascolto è fatto sostanzialmente di due grandi ingredienti.
In primo luogo la capacità di accogliere, senza interferenze interne o esterne, ciò che viene detto. In secondo luogo la capacità di far percepire quanto impegno mettiamo nel ascoltare una persona e quanto siamo presi ed interessati al suo discorso.
Allenarsi per imparare ad ascoltare gli altri e letteralmente “rapire” l’attenzione delle persone può davvero aumentare la qualità delle nostre relazioni.
In un mondo sempre più virtuale e iper connesso ai social media, prendersi spazio per parlare e ascoltare persone vere, ci riporta in una dimensione a misura d’uomo.