L’uso della Trance nell’Ipnosi Olistica®

uso della trance ipnosi olistica

Lo stato di Trance: uno stato naturale della mente

Spesso chi si avvicina all’ipnosi manifesta paure ed ansie in relazione alla possibilità di perdita totale di controllo di sé. Si teme infatti di essere indotti a fare cose che non vogliamo (l’ipnotizzato è un burattino nelle mani dell’ipnotista). Esiste inoltre una diffusa concezione dell’inconscio, ancora legata a vecchi paradigmi, come la spazzatura del conscio, in relazione al quale è opportuno stare alla larga. Della serie: “lascia stare il can che dorme” o “meglio non aprire il vaso di Pandora”.

Per cogliere al meglio come l’Ipnosi Olistica utilizza gli stati di trance è opportuno sgombrare il campo da qualsiasi equivoco: l’ipnosi non è nulla di tutto questo!

Lo stato di trance è, come detto, uno stato naturale della mente. Il termine Trance indica qualcosa che sta per “tra”. Parliamo di uno stato mentale che sta TRA (appunto) il sonno e la veglia! Ogni volta che ci svegliamo e ogni volta che ci addormentiamo passiamo naturalmente da quello stato.

Moltissime tecniche meditative di quasi tutte le tradizioni di ricerca lavoro interiore (tecniche meditative, sciamani che, di auto ascolto, danze rituali, ecc. operano in questa area “di mezzo” della nostra coscienza, Una zona nella quale non siamo svegli ma non stiamo neanche dormendo.

Questo consente di sperimentare in maniera più “conscia” il mondo interiore. Sonno e sogno vissuti senza “perdervisi” come quando si dorme, stato in cui la mente razionale svanisce completamente. Si può diventare progressivamente consapevoli di quel enorme bacino di dati e consapevolezza che alberga dentro di noi non accessibile allo stato di veglia ordinario, che alcuni chiamano inconscio e che nel contesto dell’Ipnosi Olistica chiamiamo appunto mondo interiore.

Se è vero che dentro di noi albergano paure di cui non siamo coscienti è vero anche che il mondo dell’inconscio, il mondo interiore, è ricco di risorse e di potenzialità, capaci di modificare la nostra vita in senso evolutivo in una maniera sorprendente. In questo senso imparare a frequentare e utilizzare funzionalmente questi stati di coscienza è estremamente utile.

L’Ipnosi, ossia quel processo che produce lo stato di trance e di fatto un processo relazionare tra Ipnotista e ipnotizzato. Una relazione molto particolare alla base della quale ci deve vomo essere, tra le altre cose, due elementi fondamentali: ascolto e fiducia.
Questo stato di “equilibrio dinamico” tra il mondo del sonno e quello della veglia ha delle caratteristiche estremamente interessanti:

Essere vicini al sonno ci consente di “abbassare il volume dei pensieri” e di quell’incessante dialogo interno che addirittura ci fa identificare con i pensieri stessi.

Abbassando il volume dei pensieri si apre un mondo di ascolto “diverso”. Si tratta di un ascolto decisamente più analogico che logico.

Le informazioni che ci arrivano in questo stato sono di qualità ed intensità molto differente da quelle che ci arrivano nel normale stato di veglia. In alcuni casi si hanno percezioni estremamente vivide del mondo, emergono intuizioni, si trovano soluzioni, ecc. Il fatto di essere solo vicini allo stato di sonno (stato nel quale la parte cosciente è quasi totalmente azzerata) ci consente di riportare, ricordare e i contenuti che possono essere estremamente utili.

La trance ipnotica nell’ottica dell’Ipnosi Olistica in tre modalità o livelli:

  • Un primo livello di Ascolto: Come abbiamo detto la trance ci consente un ascolto profondo e più svincolato dalla mente cognitiva e dai pensieri. Questo consente di cogliere (in misura proporzionale al grado di preparazione personale e sensibilità di ciascun praticante) strutture energetiche (Chakra, meridiani, Hara o Ki, ecc) e i flussi bioenergetici presenti in esse. Come detto le informazioni che ci arrivano sono tendenzialmente analogiche e, tipicamente, seguiranno la via dei nostri canali rappresentazionali preferenziali (Visivo, Auditivo o Cenestetico). In questa prospettiva è importante sviluppare un atteggiamento di apertura ed accoglienza cercando entrare nella dimensione del “non fare”.
  • Un secondo Livello di Movimento: Presa coscienza di uno stato energetico, utilizzando opportune suggestioni è molto focale riequilibrare le sensazioni energetiche. Ad esempio se ho un blocco di ghiaccio al cuore potrà scaldarlo, se la mia pancia ribolle potrà placarla e calmarla. In questo senso le tecniche e le suggestioni usate sono fondamentalmente le immagini dinamiche attive e lo spostamento di sensazioni. È opportuno ricordare che l’energia segue l’attenzione (o l’intenzione). Qui il praticante scopre una dimensione più attiva rispetto al livello precedente. L’energia si muove e viene indirizzata secondo volontà. A questo livello diventa necessario assumersi la responsabili di questi movimenti: in qualche modo “diventare soggetti di se stessi”.
  • Il terzo livello la Coscienza: In senso evolutivo e spirituale (uso questo termine nella sua accezione di ricerca volta sopratutto al proprio interno), moltissime culture hanno utilizzato gli stati mentali in maniera funzionale. Le tecniche utilizzate vanno dalle varie forme meditative (come detto) a forme di esercizi corporei (yoga, tai chi, chi gong, ecc). Tutte queste pratiche, pur nelle loro specificità e differenze, hanno in comune l’obiettivo di raggiungere un più elevato livello di Coscienza. Accade infatti che, in alcuni momenti particolari, si riesca ad accedere ad una dimensione estremamente sottile capace di veicolare informazioni che hanno un carattere transpersonale ed archetipico. Esse hanno un valore evolutivo estremamente potente poiché hanno spesso una connotazione universale ed altamente etica. Ci troviamo qui in una dimensione di silenzio che richiama il “Non fare” da cui siamo partiti.. tuttavia il percorso fatto ci consente, a questo livello, un “non fare” più consapevole.

È importante notare che questi tre livelli sono molto più che semplici modalità d’uso dell’ipnosi ma sono veri e propri momenti di apprendimento. Passaggi progressivi che avvicinano ad una dimensione sottile dell’esistenza. La quale, integrandosi con i nostri normali schemi cognitivi e comportamentali, ci consente di ampliare la mappa del mondo che abbiamo ed, in ultima analisi, ad avere maggiori possibilità di scelta.

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