Le teorie di Milton Erickson hanno portato alla luce quella che oggi viene definita Ipnosi Ericksoniana.
Attraverso l’osservazione dei minical cue, l’utilizzo di metafore e storie e una profonda capacità di ascolto, dimostrò che parole e gesti sono espressione di una parte molto profonda di noi, l’inconscio.
Questo è “un deposito di ricordi e capacità cui si può far ricorso” che racchiude quello di cui abbiamo bisogno per risolvere problemi, raggiungere obiettivi e aumentare la consapevolezza di noi stessi.
Capite bene perché le parole ipnosi, erickson, sono due termini strettamente legati tra loro.
Per parlare di ipnosi ericksoniana, dobbiamo innanzitutto fare un breve cenno su chi era Milton Erickson, personaggio del XX secolo da cui questo tipo di ipnosi prende il nome.
Chi è Milton Erickson
Milton Erickson, anche definito il “padre dell’ipnosi moderna”, è stato uno psichiatra, vissuto nel XX secolo. Erickson cambiò radicalmente la visione e l’utilizzo dell’ipnosi in ambito clinico e nelle relazioni di aiuto.
Prima di allora, l’ipnosi (e più in generale i lavori con gli stati di coscienza), era vista come una tecnica semi magica, in grado di generare cambiamenti e guarigioni nelle persone al di là della loro volontà.
Si pensava che tali cambiamenti, dipendessero solo e soltanto dal “potere” dell’ipnotista e la persona, in questo senso, era solo un agente passivo che subiva l’agire di qualcun altro.
Milton Erickson, con le sue tecniche e le sue teorie, ha dimostrato non solo che l’ipnosi è uno stato naturale della mente umana. Ma anche che, ascoltando e osservando il modo di comunicare inconscio di una persona, storie, metafore e racconti possono aiutarla a far emergere consapevolezze e cambiamenti.
In particolare, dimostrò concretamente che l’ipnotista non è un “mago” che agisce “con qualcosa” su una persona. Piuttosto è un professionista della comunicazione il cui compito è utilizzare il potere evocativo delle parole a seconda di chi siamo e del nostro problema.
Come si pratica l’ipnosi ericksoniana?
Le domande che ci vogliamo porre oggi sono le seguenti: come faccio a praticare l’ipnosi ericksoniana? L’ipnosi ericksoniana funziona in che modo?
Ve lo spiego subito.
Quando parliamo, ognuno di noi attua una scelta spontanea di parole. E, tipicamente, accompagniamo queste parole con piccoli o grandi movimenti del corpo.
A seconda di quello che stiamo dicendo, il nostro ritmo del respiro cambia, così come il tono e il timbro della nostra voce. Ma non solo! Muoviamo anche le mani, gli occhi, il viso per sottolineare alcuni concetti e così via.
Parole e gesti semplicemente emergono da dentro di noi in funzione delle nostre emozioni, dei nostri vissuti e delle nostre credenze.
Possiamo avere un tono di voce profondo e un respiro pieno nel raccontare il paesaggio mozzafiato visto dalla cima di una montagna. Oppure possiamo chiuderci nelle nostre braccia, tenere lo sguardo basso e avere la voce spezzata mentre raccontiamo di un grande dolore.
Una persona potrà dirci di essere contenta di vederci con tono falso e melenso.
È proprio nelle piccole e sottili sfumature del nostro modo di comunicare che lasciamo emergere la nostra profondità. Si tratta di un universo interiore legato alla nostra famiglia e alla nostra cultura di riferimento, alle nostre esperienze e ai nostri vissuti.
Quando parliamo di ipnosi ericksoniana, il compito dell’ipnotista è quello di identificare tali parole, tali gesti e tali attitudini che, comunicando ad un livello più “profondo”, ci permettono di lasciare spazio alla nostra profondità per generare consapevolezze, intuizioni, cambiamenti, per il raggiungimento di obiettivi importanti.
Per cosa si usa la tecnica ericksoniana?
Per vedere quando usare la tecnica ericksoniana in ipnosi, cosa c’è di meglio se non un esempio pratico?
Claudia è una donna di 35 anni, sposata e con un bimbo di tre anni. Si approccia all’ipnosi, in particolare all’ipnoterapia ericksoniana perché ha grandi problemi relazionali e comunicativi con la suocera.
Quest’ultima, infatti, si presenta in casa senza preavviso e si lamenta del modo in cui educa il nipote, anche se in più di un’occasione ha dimostrato di non essere degna di fiducia nella sua gestione.
Per qualsiasi presunta mancanza o incompetenza di Claudia se la prende con lei, rendendo difficile la sua vita familiare e matrimoniale.
Claudia non riesce a gestire e controllare la situazione, né riesce tantomeno a comunicare con la madre di suo marito.
In base a quello che sta dicendo Claudia e a come lo sta dicendo, durante la nostra chiacchierata ho deciso di raccontarle anche un aneddoto abbastanza semplice, ma estremamente pertinente con la situazione che sta vivendo.
Tra le persone che sto seguendo, ve n’è uno che è ossessionato dal controllo di se stesso e da quello che gli altri possono pensare di lui. Le sue energie mentali sono quasi totalmente rivolte verso l’esterno e la paura del giudizio altrui. Questo non gli consente di vivere a pieno la relazione con la sua compagna, con il suo lavoro e, più in generale, con la sua vita poiché vive la vita fuori da sé stesso.
Fatta una piccola induzione ipnotica per aiutare Claudia a comunicare in maniera costruttiva con la suocera, ci salutiamo dimenticando l’esempio del cliente.
Ipnosi ericksoniana: secondo incontro
La settimana successiva, durante il secondo incontro, Claudia mi racconta che per la prima volta dopo tanto tempo non solo è riuscita a farsi scivolare di dosso gli atteggiamenti impertinenti della suocera, ma, stranamente, questo cambio di rotta è avvenuto in concomitanza con un altro cambiamento. Quale?
Non era più ossessionata dal sistemare costantemente la casa (questione che durante il primo colloquio non era emersa).
Sottolinea, con grande stupore, che la storia del cliente che avevo raccontato, ha mosso inspiegabilmente qualcosa in lei generando la volontà e la consapevolezza che “non devo per forza controllare tutto, ma posso lasciare…”.
Al contrario delle settimane e dei mesi precedenti, in questi giorni aveva scoperto la voglia e la costanza nel prendersi cura di se stessa. Le faccende di pulizia e organizzazione della casa erano “inspiegabilmente” passate in secondo piano.
Era come se la priorità fosse diventata lei e non il “controllo” sulla casa o sulla famiglia. Ne conseguì anche una maggiore tranquillità nel comunicare con la suocera che prima non c’era.
Conclusioni sulle tecniche di ipnosi ericksoniana
Quanto vi ho appena raccontato è solo un piccolo esempio di cos’è e di cosa è possibile fare attraverso l’Ipnosi Ericksoniana. In tanti tipi di casi l’ipnosi ericksoniana funziona bene ed è molto efficace.
Le tecniche sono complesse e numerose ma, fondamentalmente, il loro scopo è quello di osservare e ascoltare le persone a un livello molto profondo.
Questo consente di identificare i punti di leva profondi che consentono alle persone di generare intuizioni, consapevolezze e cambiamenti importanti.
Claudia, per qualche ragione, si è identificata con la storia del cliente che le ho raccontato.
Non per forza perché i loro problemi siano simili, ma, piuttosto, perché la tematica assonante del “controllo” ha comunicato, a un livello profondo di Claudia, che si può prendersi cura di se stessa.
In questo, la capacità di accettare sua suocera è diventato un corollario, non il problema.
Vi ricordiamo infine, che grazie ai nostri corsi di ipnosi ericksoniana, potete imparare questo tipo di tecnica.
Di Margherita Sartori Counselor a indirizzo ipnotico